Lo stemma, motto e cimiero di Famiglia sono qui descritti.
Stemma: Inquartato di Paternò Castello, e sul tutto di Moncada.
Lo stemma si descrive come segue: I and IV quarto, d’oro con quattro pali di rosso e una cotissa d’azzurro in banda attraversante il tutto (Paternò); II and III quarto un castello d’oro murato, con tre torri merlate d’argento, su uno sfondo azzurro con la bordura scaccata di argento e di rosso (Castello); su tutto al centro uno scudetto con otto bisanti d’oro in due file su sfondo rosso (Moncada). Questo stemma spiega l’unione di Paternò con Castello (XVI sec.) e della confluenza dei Moncada della Ferla che c’era stata nel 1707 da parte di quel ramo di Paternò Castello dei baroni di Galizzi, che da allora diventò Moncada Paternò Castello.
Alcune peculiarità della simbologia dello stemma:
Paternò: d’oro, a quattro pali di rosso e una cotissa d’azzurro in banda attraversante il tutto. L’arma dei Paternò è quella stessa della casata reale Aragona (d’oro, con quattro pali di rosso), oggi confluita nella casa di Borbone, al quale fu però aggiunta una cotissa d’azzurro per segnalarne la derivazione in linea secondogenita. Lo stemma è perciò identico a quello della famiglia Aragona-Maiorca, altra linea cadetta della casata Aragona, oggi estinta.
Castello: sfondo azzurro, con un castello a tre torri merlate d’argento. Il castello lo troviamo sia di colore oro sia di color argento. Inoltre, negli scudi più antichi si trova una bordura scaccata d’una fila alternata di quadratini d’argento e di rosso ai bordi del quarto dove è rappresentato il castello per essere Cavalieri ereditari del Cingolo Militare (primi Miles o Regi Militi normanni).
Moncada: otto bisanti d’oro in due file su sfondo rosso. I bisanti (grandi pani), simbolo dello stemma di Famiglia dei Moncada, è legato ad una legenda secondo il quale un Guillem de Moncada offrì sette pani al re Giacomo (Jaime) I d’Aragona (detto il Conquistatore) nel 1228 perché quest’ultimo era rimasto senza cibo durante il suo assedio alla città di Artona nell’isola di Maiorca per liberarla dagli Arabi. Il primo di questi pani il re lo divise con il Moncada, con gli altri sei riuscì a sfamare i 150 uomini della sua guardia. “Da questo miracolo presero le armi dei Moncada che formano sette pani d’oro in un campo di vermiglio, tre pani e mezzo in ciascuna delle due strisce” che si trovano negli stemmi più antichi.
Motto: Et simili semper (E sempre lo stesso).
Dato che il cognome e arma del cognome che si adotta (Moncada) prevalgono su quelli di colui che l’adotta (Paternò Castello), il motto per la linea dei Moncada Paternò Castello dei principi di Valsavoia è quello della Famiglia Moncada: “Et simili semper” (E sempre lo stesso) a scapito del motto dei Paternò “Impavidus pavidum firmo” (Coraggioso, rassicuro il timoroso) e di quello dei Castello (Castelli): “Allicit et terret” (Attrae e spaventa) (Almanach de Gotha, 2017).
Corona: d’oro sormontata da otto fioroni d’oro – foglie di acanto – (cinque visibili) sostenute da punte ed alternate da otto perle (quattro visibili).
La corona di dignità dei Principi non è però uniforme e sono tollerate altre corone (Collegio Araldico, 1921). Per esempio, l’uso della corona di principe “chiusa” venne in Sicilia nel XIX secolo imitando i principi tedeschi, poiché al congresso di Vienna (1814-1815) – dove l’obiettivo era la restaurazione – tutti i principi tedeschi vollero figurare, almeno sugli stemmi con corona, come Sovrani (Mango, 1901; San Martino De Spucches, 1924-39).
Cimiero: Un leone di nero, passante, coronato e lampassato d’oro.
Così lo descrive il Libro d’Oro della Nobiltà Italiana (Collegio Araldico, 1921; p. 516). Poiché ne assunsero arma e cognome, la descrizione del cimiero della Famiglia per la Famiglia Moncada Paternò Castello è quello della Casa Moncada.