Riportiamo alcuni esempi della biografia degli antenati Moncada Paternò Castello sottolineando gli aspetti di rilevanza per collettività.
Dal 1707 i Moncada Paternò Castello si sono distinti come: Regi Cavalieri (Gaspare, n. 1660 circa), Patrizi di Catania (Francesco, n. 1821), Senatori di Catania (Pietro – n. 1702 circa), Membri del Collegio Decurionale (Francesco, n. 1821), Governatori della Nobile Arciconfraternita dei Bianchi (Francesco, n. 1732; Pietro, n. 1755; Francesco, n. 1821), Docenti universitari (Camillo n. 1770 circa), Imprenditori, liberi professionisti, mecenati e filantropi.
Alcuni esempi più recenti sono i seguenti:
Francesco (n. 1821) come Patrizio di Catania si fece promotore sin dal 1856 di un progetto pubblico ambizioso a beneficio della popolazione per dotare la città di Catania di un teatro, una villa pubblica, il Campo Santo (l’antico cimitero si trovava alla Playa), l’abbellimento della Marina, la costruzione di una pescheria, la pavimentazione della via Etnea e la livellazione delle altre. Un visionario che anticipò i tempi ma che non trovò adeguate somme di denaro nelle casse pubbliche e consenso dei suoi interlocutori. La prima delle opere da lui proposte, fu iniziata, nel 1858 quando era già insediato un nuovo Patrizio di Catania.
Vincenzo (1825-1903) fu uomo di carattere forte e deciso.”Gentiluomo perfetto d’antica fede, filantropo e pio che al bene della Famiglia dedicò le vita”, cosi scritto sulla sua lapide nella cappella funeraria di Famigia che lui stesso fece costruire a fine del XIX secolo. Fece anche ricostruire, ampliandola, la chiesa di San Michele a Sant’Agata li Battiati. Convogliò a nozze all’età di sessantasei anni con Giuseppina Tudisco di vent’uno.
Carmelo (Minuzzo) (1899-1964) rappresentò gli eredi Paternò Castello di Biscari e i Moncada Paternò Castello di Valsavoia nell’atto notarile della donazione e consegna del contenuto del Museo Biscari al Comune di Catania nel 1930.
Pietro (1893-1974), VIII Principe di Valsavoia, IX Barone di Armiggi, X Barone del Cugno e Cavaliere del Cingolo Militare e Speron D’Oro, ospitò nei caseggiati e magazzini della sua tenuta di Sant’Agata li Battiati numerosissimi “sfollati” dalla città di Catania durante la Seconda Guerra mondiale. Imprenditore con alterni successi nello sfruttamento delle miniere di zolfo nell’isola di Lipari, fu insignito nel 1942 della medaglia al Merito Rurale dal Ministro per l’Agricoltura e le Foreste per conto di “Vittorio Emanuele II re d’Italia e di Albania, Imperatore di Etiopia”.
Giuseppina (Gea) (1922-2012). Convinse genitori e fratelli ad ospitare nei saloni di Palazzo Biscari alla Marina, che per questo furono aperti dal 1974 al pubblico, i concerti e gli uffici degli Amici della Musica di Catania, associazione della quale fino all’inizio del sodalizio fu Presidente per oltre vent’anni.
Vincenzo (Enzo) (1928-2017), imprenditore e concessionario – uno dei primi in Sicilia – di prodotti chimici per l’agricoltura di una conosciuta ditta internazionale. Ebbe un ruolo rilevante nella cessione nel 1975 da parte dei discendenti delle Famiglie Moncada Paternò Castello e Paternò Castello del fondo documentale Paternò Castello dei principi di Biscari all’Archivio di Stato di Catania.
Vincenzo (1933-2020), IX Principe di Valsavoia, X Barone di Armiggi, XI Barone del Cugno e Cavaliere del Cingolo Militare e Speron D’Oro. Figlio di Pietro e di Letizia Beneventano della Corte. Fu un uomo di nobile ed elegante umiltà, di grande generosità e onestà. Di carattere schivo, ironico e a tratti divertente. Esperto di meccanica, gareggiò con go-karts, automobili e mezzi fuori strada, alcuni dei quali costruiti ex-novo o ricostruiti e restaurati da lui stesso. Imprenditore agricolo per tradizione e necessità famigliare, fu anche concessionario di macchine agricole e operatore agrituristico. Attivissimo radioamatore, donatore di sangue, volontario della Protezione Civile, e generoso con i più bisognosi.
Francesco (1732 – ….)
Pietro (1735 – ….)
Camillo (1770 – ….)
Francesco (1786 – 1817)
Francesco (1821 – 1892)
Vincenzo (1825 – 1903)