I fondatori e i discendenti che contribuirono allo splendore di Palazzo Biscari alla Marina
L’ideazione e l’inizio della costruzione di Palazzo Biscari alla Marina furono merito di Ignazio Paternò Castello e Gravina-Cruyllas (1676-1699) e del figlio Vincenzo (1685-1749) rispettivamente III e IV Principe di Biscari, che ottennero il permesso di elevare il loro palazzo dopo il terremoto del 1693 sulle vecchie mura della città elevate nella prima metà del ’500 dall’Imperatore Carlo V d’Asburgo, re di Sicilia (come Carlo I) dal 1516 al 1556.
I lavori per la costruzione del palazzo furono intrapresi già nel dicembre del 1695 (Librando, 1965). La costruzione iniziò però ufficialmente nel maggio del 1702 e continuò ininterrottamente per decenni anche dopo la morte del citato Vincenzo nel 1749 (Guzzetta, 2001). Fu però soprattutto Ignazio, V Principe di Biscari (1719-1786) che lo completò e abbellì in massima parte grazie ad architetti, artigiani e artisti dell’epoca che trovavano fra quelle mura un clima propizio per esprimere al meglio le loro capacità (Costanzo, 2018).
Coloro che lo idearono e poi lo svilupparono nel ’700, vollero che questo palazzo potesse rappresentare la rinascita di una città quasi del tutto annientata, prima dall’eruzione lavica del 1669 e poi dal terremoto del 1693, ma vollero anche che rappresentasse la grandezza materiale, estetica e intellettuale di questa Famiglia.
I loro discendenti contribuirono, anche se con diverse modalità e impegno, a fare di questo palazzo patrizio un riferimento storico e culturale per la città di Catania e per la Sicilia.
La trasmissione del palazzo dai Paternò Castello principi di Biscari ai Moncada Paternò Castello principi di Valsavoia
Il palazzo fu residenza dei Paternò Castello principi di Biscari dalla sua costruzione per più di due secoli. Oggi il Palazzo è quasi interamente proprietà dei Moncada Paternò Castello dei principi di Valsavoia. Qui di seguito, indichiamo i passaggi salienti di questa trasmissione.
La parte di ponenete di Palazzo Biscari: nel 1844, alla morte del fratello Ignazio, VII Principe di Biscari, Marianna (Anna Maria) Paternò Castello, sposata (dal 1819) a Pietro Moncada Paternò Castello e Tedeschi, ereditò la metà a ovest del palazzo con una grande parte del patrimonio biscariano, che confluì in quello del marito.
La parte di levante di Palazzo Biscari: Roberto Paternò Castello (di Francesco IX Principe) X Principe di Biscari (1860-1930) celibe e senza figli lasciò il proprio patrimonio, che includeva appunto anche l’ala di levante di Palazzo Biscari alla Marina, alla sorella Maria Lucrezia, sposata nel 1886 a Pietro Leoni dei marchesi di Rieti, la quale lo trasmise alla figlia Jolanda, andata a sua volta in sposa nel 1921 a un suo lontano cugino dell’ala di ponente di Palazzo Biscari alla Marina: Carmelo (Minuzzo) Moncada Paternò Castello, quartogenito figlio di Vincenzo (di Pietro Moncada Paternò Castello e Marianna Paternò Castello). Inoltre, Ignazio Paternò Castello e Stagno d’Alcontres (figlio di Camillo), cugino di Roberto X Principe Biscari, aveva ereditato una vasta parte dell’ala di levante di palazzo Biscari alla Marina, che donò nel 1925 alla nipote Jolanda Leoni e Paternò Castello dei marchesi di Rieti.
Fu così che in meno di un secolo si riunirono le due metà del palazzo Biscari alla Marina congiuntamente alle linee dinastiche dei Moncada Paternò Castello principi di Valsavoia.
La fama del palazzo
Il palazzo Biscari alla Marina è, assieme al Convento dei Benedettini di San Nicolò l’Arena, l’edificio più importante e noto dell’architettura settecentesca a Catania. Questo bene è un monumento d’interesse storico e architettonico nazionale ed è incluso nella lista delle entità architettoniche di rilievo delle sette “Città del Tardo Barocco Siciliano della Val di Noto (sud-est della Sicilia)” dichiarate patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 2002.
La fama del palazzo è legata soprattutto a un personaggio illustre, Ignazio Paternò Castello, V Principe di Biscari (1714-1786). Questi era Illuminista e massone, uomo di cultura, enciclopedico, filosofo, archeologo e naturalista, prodigo di aiuti per la città, “Regio Direttore delle antichità de’ due Valli Demona e di Noto” (Costanzo, 2018). Innovatore in agricoltura e in ingegneria tanto da meritarsi l’incarico dal re di “Sopraintendente per le Strade e i Ponti della Sicilia”; la sua fama e ammirazione oltrepassò i confini dell’isola e del regno. Fu socio corrispondente di numerose Accademie del Regno e estere, e fece costruire un teatro nel 1772 nel palazzo della capienza di quattrocento persone (Santamaria, 2015).
Fondò anche il primo museo archeologico (inaugurato nel 1758), naturalistico e numismatico privato e aperto al pubblico in Sicilia, nel Regno e in Italia – secondo Isman (2011) potrebbe essere stato il primo al mondo –. Il Museo Biscari ebbe sede in una parte edificata e attigua al suo stesso palazzo e diede grande risonanza in Italia e all’estero al suo creatore e alla sua Famiglia. Il museo, tipico esempio di “collezionismo internazionale” della seconda metà del XVIII secolo, era incentrato soprattutto nell’esposizione di collezioni di reperti archeologici e antichi, ma anche di oggetti più recenti come strumenti ottici, scientifici, campioni naturali, preparazioni anatomiche.
Il palazzo grazie alla sua fama fu visitato da numerosissimi viaggiatori romantici dell’epoca fra il XVIII e il XIX secolo, da Patrick Brydone a Wolfang Goethe.
Attualmente alcune parti rilevanti del palazzo, che è dimora abituale di diversi membri della Famiglia Moncada Paternò Castello di Valsavoia, sono conosciute al pubblico, nazionale e internazionale anche perché è possibile visitarlo ed usufruirne per eventi pubblici e privati.